STRAMACCIONI: “Porterò unità nella pluralità “
E’ stata ufficializzata la candidatura ad Alberto Stramaccioni, per la segreteria regionale del Pd. Ad attenderlo, ieri, nella sala del Park hotel, di Ponte San Giovanni, una inaspettata e folta presenza di simpatizzanti della mozione Franceschini ed anche qualche insospettabile.
Prima il saluto di Paolo Baiardini, coordinatore per la mozione Franceschini in Umbria, che ha sottolineato la volontà da parte della mozione di puntare sul nome di Stramaccioni, per una idea unitaria del partito e per concentrare l’attenzione politica sui problemi della regione.
Quindi il saluto del giovane Tommaso Bori che ha sottolineato quanto fosse importante per il Pd trasferire sul piano dell’analisi delle emergenze dei giovani, dell’università e dei cittadini, quel dibattito che appare sempre più autoreferenziale, in seno al Pd.
Infine il candidato Stramaccioni. Ha cercato di riscaldare la platea con messaggi chiari e determinati, raccoglliendo subito l’attenzione di molti che fino ad un minuto prima apparivano distratti e rumorosi. Stramaccioni sapeva che dinnanzi a lui c’era chi, sentendosi franceschiniano della prima ora, stava con le antenne tese per captare un messaggio di condivisione e apprezzamento del franceschini pensiero, dopo la evidente marcatura autonomista del segretario provinciale, e chi, provenendo dal fronte opposto per cultura e per vicende politiche, ovvero dal fronte dalemiano, ora bersaniano, confluito in quella sala, avrebbe apprezzato una linea di equidistanza del candidato segretario tra le due mozioni. Una bella gatta da pelare insomma.
Risultato: prova superata, con un ritrovato slancio da entrambi i fronti presenti. Ai primi anche qualche riferimento a dichiarazioni di Franceschini e addirittura di Veltroni. Stramaccioni ha preferito la strada della chiarezza e della trasparenza, pur manifestando una grande voglia di vincere. ‘Saremo distinti ma non distanti’ ha detto disegnando la linea che dovrà tenere la mozione Franceschini ed il candidato segretario, per la campagna congressuale. Il nostro profilo sarà quello delle riforme e questa strategia di forte collaborazione, pur nel rispetto di queste due identità che convergono, non è stato pensato solo per superare la fase precongressuale, ma per fare in modo che all’indomani del risultato congressuale, il nuovo Pd, possa aver superato quella militarizzazione che impedirebbe dialogo ed apertura. Apprezzata la franchezza che, va riconosciuta, è stata spesa ancorchè fosse impopolare.
Ma un politico navigato sa da quale parte prendere le sue truppe. Insomma dopo questo incontro i franceschiniani come Walter Verini, Patrizia Cavalaglio, presenti in prima fila, ed altri sparsi nelle file di dietro, possono ora trovare nuovi stimoli per portare avanti la candidatura di Stramaccioni e puntare all’ancora più ambizioso obiettivo di rendere vincente in Umbria la mozione nazionale di Franceschini. Le truppe di mezzo, ovvero quelle che in questi giorni hanno lavorato infaticabilmente alla proposta di Stramaccioni come mozione tutta Umbra, di profilo regionale, al di sopra delle mozioni, sono ancora più convinte di aver fatto la scelta giusta, il soddisfacimento era evidente nei volti e nello spirito di tanti di questi, mentre il terzo fronte, quello culturalmente distante dal Franceschini pensiero, che però converge sulla proposta Stramaccioni, per uno spirito unitario del Pd, può dire di avere un tetto sopra la testa per partecipare a questa importante sfida congressuale.
Chi se la sarebbe aspettata, per esempio, la presenza di Giovanni Moriconi, presidente dell’Apm e di Vannio Brozzi, amministratore dell’Fcu? Insomma superata la fase di partenza, ora il viaggio pare avere una rotta programmata. Stramaccioni farà visita ai comuni umbri, probailmente a bordo di un camioncino, come lui stesso ha detto, sottolineando che gli è stato imposto e raccogliendo così una sincera risata da parte di molti presenti, e nei comuni, promette, andrà a parlare dei loro problemi e delle soluzioni che il Pd saprà proporre.
Tuttavia, ribadisce, non negherà che in questa regione esiste una situazione di competizione congressuale, unica in Italia: ovvero quella che vede un assessore regionale, candidarsi alla segreteria del Pd, con l’appoggio di tutta la giunta. Stramaccioni tiene a sottolineare la differenza che deve esistere tra linea politica di un partito e ruolo di amministratore. Avrà modo nei prossimi due mesi di affrontare in tutti i suoi aspetti ed in tutte le imprevedibili interpretazioni, la linea che vuole segnare per il suo Partito democratico.