Progetto “Dopo di noi” e istituzione della fondazione per il sostegno di persone affette da malattie psichiatriche
“Chi se ne prenderà cura dopo di noi?” molte famiglie di persone affette da malattie psichiatriche si trovano di fronte a questo angoscioso dilemma. E a cosa servono le Istituzione e le politiche sociali se non a rassicurare e dare risposte proprio in queste situazioni di difficoltà?
Noi abbiamo cercato di dare il nostro contributo portando una piccola risposta alla questione: si chiama, appunto, progetto “Dopo di noi”. Abbiamo presentato la proposta di istituire una fondazione di comunità per il sostegno della pienezza di vita delle persone affette da malattie psichiatriche. Si tratta di un progetto redatto da un gruppo di lavoro multidisciplinare del Dsm di Perugia, con l’obiettivo di favorire un nuovo approccio alla psichiatria di comunità, garantendo nel contempo una maggiore ricchezza di soluzioni a beneficio delle persone coinvolte.
Secondo gli esperti la fondazione sarebbe economicamente sostenibile grazie ai lasciti, alle donazione e alle eredità delle famiglie e delle persone affette da malattie psichiatriche che accoglierebbe all’interno.
Di seguito il testo integrale dell’odg:
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Considerato che:
– Un gruppo di lavoro multidisciplinare del DSM di Perugia, composto da Carlo Biccini, Demetrio Catillo, Antonio De Pascalis, Giovanna Grasselli, Marco Grignani, Quinto Marchetti, Carla Nocentini, Lorella Mercanti, Alessandra Pioggia, Luigi Piscitello, Valentina Rossetti, Elisabetta Rossi, Francesco Scotti e Patrizia Cecchetti, ha proposto la creazione di una fondazione di comunità per il sostegno della pienezza delle persone affette da malattie psichiatriche nell’ambito del progetto “Dopo di noi”.
– In allegato all’ODG è stato presentato il documento del progetto elaborato dal gruppo di lavoro multidisciplinare.
Valutato che:
– Sarebbe utile fornire una risposta affidabile e garantita, anche a livello istituzionale, alle preoccupazioni dei familiari delle persone affette da malattia psichiatrica per la fase della vita di queste ultime in cui i familiari stessi non saranno più in vita o comunque non saranno più in grado di prendersi cura di loro e sostenerle, garantendo una ricchezza di soluzioni articolate che permettano risposte individualizzate che evolvono secondo i bisogni delle persone.
– La proposta illustrata nel documento si ispira ad un nuovo approccio alla psichiatria di comunità e si pone un obiettivo ambizioso: affrontare la malattia psichiatrica in un contesto di vita, ottimizzando il modo in cui le persone affette da malattia psichiatrica sviluppano la loro esistenza, incrementando la loro possibilità di esprimere forme di combinazioni alternative di stili di vita, fronteggiando e neutralizzando i fattori di cronicità, mettendo a sistema le risorse individuali, quelle relazionali e quelle del sociale.
– Occorre ripensare all’organizzazione di un modello operativo che sia in grado di sostenere e finanziare azioni terapeutiche, di sostegno medico psichiatrico, di inserimento sociale della persona, di arricchimento della sua vita relazionale e culturale, di svago e riposo. Questo pone un problema di progettazione dell’intervento e di finanziamento delle attività da esso previste, che, pur essendo tutte inquadrabili nell’area dei servizi sociosanitari, non sono esaurite nell’ambito della attività di pianificazione pubblica, né sono integralmente finanziabili con le relative risorse. Anche in termini finanziari appare necessario il ricorso a risorse ulteriori rispetto a quelle pubbliche.
Rilevato che:
– I familiari delle persone affette da malattia psichiatrica hanno a disposizione delle risorse che vorrebbero veder dedicate proprio alla realizzazione di tale obiettivo. Spesso l’unico strumento finora utilizzato è quello del ricorso all’amministratore di sostegno, una figura prevista dall’ordinamento per la cura delle esigenze della persona non in grado di provvedervi autonomamente. La concentrazione delle funzioni di cura, tutela e amministrazione del patrimonio nel medesimo soggetto, tuttavia, non appare sempre utile a garantire il miglior interesse della persona affetta da malattia psichiatrica. Non di rado, infatti, l’amministratore di sostegno si trova gravato da un eccesso di compiti che potrebbero veder soccombere proprio quelle esigenze di perseguimento della pienezza di vita e della piena realizzazione della persona affetta da malattia psichiatrica, che sono invece l’obiettivo ultimo di un sostegno pienamente inteso.
Impegna il Sindaco e la Giunta:
– A valutare l’istituzione di una fondazione di comunità per il sostegno della pienezza di vita delle persone affette da malattie psichiatriche nell’ambito del progetto “Dopo di noi”, come descritto nella proposta del gruppo di lavoro multidisciplinare del DSM di Perugia.