PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITÀ: QUANTO PUÒ COSTARE UN VOTO?
La sanità pubblica non è sempre esistita e non va data per scontata, tutt’altro: è una conquista recente ottenuta grazie all’impegno e alla lotta di tanti cittadini e operatori, esponenti politici e sindacali.
L’Umbria ha dato un contributo fondamentale a questo traguardo: la legge 833 che istituisce il Sistema Sanitario Nazionale porta la firma di molti umbri. Ha solo 40 anni, è del 1978, prima non esisteva la sanità pubblica a cui siamo abituati.
Per la prima volta da quando esiste la Regione Umbria una candidata presidente non solo mette in dubbio l’utilità di una sanità pubblica per tutti (sicuramente migliorabile, ma accessibile a prescindere dal proprio conto in banca) ma addirittura mette nel proprio programma la privatizzazione della sanità.
Il tutto con chiari interessi economici, magari di soggetti che fuori regione già gestiscono il business delle cliniche private sulla pelle dei malati e delle loro famiglie. E che, casualmente, sono anche i proprietari dei giornali che in questo periodo stanno più sponsorizzando proprio la candidata della Lega. Ma solo casualmente.
Avete idea di quanto costino le cure oncologiche che ora sono gratuite? O i controlli per patologie comuni come quelle cardiovascolari o diabetiche? Possono mettere in ginocchio non solo una persona, ma un’intera famiglia.
Noi non vogliamo conservare l’attuale, ma cambiare la sanità in meglio. Per tutti, non solo per chi si può permettere le cure e lasciando gli altri in mezzo ad una strada.
Da paziente, da medico e da cittadino dico che questa cosa mi fa paura e la combatterò con il mio voto.