10
Mar
#PoveraPatria [4]
Ci potrebbe scrivere un romanzo Orwell, la trama sarebbe Beppe Grillo e la “democrazia diretta” nell’era del web che finisce per scimmiottare il “centralismo democratico” dell’epoca comunista.
Ma andiamo per gradi:
“Uno vale uno” era lo slogan che i candidati del Movimento 5 Stelle mettevano come sottofondo mentre aspettavano l’arrivo di Grillo sul palco.
E quando iniziava il comizio uno dei pilastri del loro programma, forse il più enfatizzato, era la democrazia diretta, lo scegliere insieme, tanto da far diventare i referendum online il simbolo della loro azione politica.
Dopo i comizi é arrivato il voto e loro hanno avuto un innegabile successo. Che comporta delle inderogabili responsabilità .
Che fare? O meglio, come decidere che fare?
In teoria, oltre ad averlo detto (a dire la verità  più urlato) in campagna elettorale, la procedura era stabilita nel loro “non-statuto”: i referendum on-line servivano a prendere le scelte più importanti.
Un esempio su tutti é il referendum on-line che Grillo sta organizzando sul l’uscita dall’euro.
Quindi, gli hanno fatto notare gli attivisti del Movimento 5 Stelle, perché non fare un referendum on-line su un Governo di scopo con pochi e chiari punti da realizzare?
L’obiettivo é cambiare l’Italia. Per davvero, non solo a battute.
E fare le cose dette in campagna elettorale:
- taglio al costo della politica e riduzione del numero di parlamentari,
- legge anti-corruzione,
- esenzione IMU sulla prima casa,
- riduzione delle spese militari,
- legge sul conflitto di interessi,
- interventi urgenti per creare posti di lavoro,
- pagamento dei debiti alle aziende
- last but not least, abolizione del Porcellum e nuova legge elettorale che garantisca la governabilità .
Sono le cose di cui l’Italia ha bisogno da anni e che ora, per la prima volta nella storia, sono a portata di mano.
Gli stessi grillini hanno chiesto di partecipare e di scegliere insieme.
Ma qualcosa é andato storto, Grillo e la sua inquietante eminenza grigia, Casaleggio, hanno appena emanato un editto-web dalla gazzetta ufficiale del Movimento 5 Stelle: il suo blog.
Non si farà alcun referendum on-line (alla faccia della democrazia diretta) ed é vietato sostenere qualunque tipo di Governo, politico o tecnico che sia, pena l’espulsione da Movimento 5 Stelle degli onorevoli Grillini (come giá successo a Favia, Tavolazzi e Salsi) o, peggio ancora, l’abbandono della scena politica dei deus ex machina Grillo e Casaleggio.
La democrazia diretta fa a cazzotti con diktat come questi, non si sono ancora seduti in Parlamento e già arriva il primo autogol.
Nei prossimi giorni vedremo come andrà a finire, ma di certo gli interessi del paese, gli interessi di tutti, andrebbero anteposti a quelli di parte e al consenso di un movimento.
In attesa che qualcuno ci scriva un libro, alla luce di quello che é successo, lo slogan elettorale “uno vale uno” suona sempre più beffardo rispetto ad un Movimento 5 Stelle con padri padroni che “valgono” (o meglio pesano) molto più di tutti gli altri “uno” messi insieme.
Per dirla alla Orwell, come nella conclusione della Fattoria degli Animali:
«All animals are equal, but some animals are more equal than others.»
«Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.»