Ok per il primo Skatepark pubblico di Perugia, ora serve l’associazione sportiva
E’ stata dura e ci sono voluti mesi, alcuni esponenti di una vecchia mentalità della destra perugina hanno cercato di far saltare la proposta fino all’ultimo con argomenti pretestuosi e dati falsi, anche se gli era stato spiegato che per la realizzazione del primo Skatepark pubblico a Perugia sarebbero stati trovati sponsor privati ed altri partner istituzionali.
E nonostante ora anche il CONI riconosca lo skate come sport con tanto di corsi ed istruttori, volevano ignorare la richiesta di molti ragazzi che animano la comunità sportiva locale.
Alla fine ce l’abbiamo fatta: c’è l’ok del Consiglio Comunale (prima volta nella storia) alla realizzazione di uno skatepark pubblico nella cittadella sportiva della nostra città, Pian di Massiano.
Ora tocca agli skaters, si devono rimboccare le maniche tanti i giovani e quanto i meno giovani e comportarsi come tutti gli altri sport: costituire una assocazione sportiva riconosciuta e lavorare insieme alle istituzioni per la realizzazione del loro impianto sportivo.
Insieme ce la facciamo.
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Vi allego il resoconto della discussione:
Il Consiglio Comunale ha approvato, con 16 voti a favore, 3 contrari (Varasano, Corrado e Castori) e 2 astenuti (Sbrenna e Bellezza), l’odg del consigliere Bori (PD) concernente l’individuazione di spazi adeguati per lo skateboarding a Pian di Massiano.
Nell’illustrare l’atto, Bori ha ricordato che lo skateboarding è uno sport nato in California negli anni ’50 e che si è diffuso anche in Italia dagli anni ’70. Ad oggi è stato riconosciuto ufficialmente come sport anche dal C.O.N.I. Molti comuni limitrofi a Perugia, anche di minori dimensioni e con meno ragazzi che praticano skate, hanno tra gli impianti sportivi cittadini uno skatepark, spazio in cui gli skater possono praticare questo sport in totale libertà e sicurezza. Al contrario, manca nel Capoluogo regionale una struttura adatta per svolgere tale disciplina. Inoltre Bori ha segnalato come l’area di Pian di Massiano potrebbe essere quella consona per ubicare uno skatepark. Per tali ragioni il consigliere del Pd nel dispositivo ha chiesto di impegnare l’Amministrazione a realizzare tale struttura, magari tramite una partnership o sponsorizzazione pubblico/privato, anche attraverso la collaborazione con le organizzazioni sportive e con il co-finanziamento da parte delle altre istituzioni locali.
Bargelli ha confermato la sua contrarietà alla proposta per diverse ragioni. In primis perchè a Perugia c’è bisogno, preventivamente, di una programmazione che riguardi tutti i settori, compreso quello sportivo, ma soprattutto quello dell’edilizia scolastica e delle attività extrascolastiche. “Visti i dati del bilancio, occorre individuare delle priorità; ed allora è chiaro che questa opera, non certo realizzabile a costo zero, graverebbe sulle tasche dei cittadini in un momento davvero inadatto”.
Pampanelli ha invitato il Consiglio a discutere dell’odg nel merito, indipendentemente dal numero dei cittadini cui è rivolto. “Ed allora la proposta appare accoglibile, pur essendo condivisibili le obiezioni avanzate da alcuni colleghi, perchè l’atto dà un indirizzo lasciando aperta ogni soluzione percorribile”.
Zecca ha precisato che questi sport, cosiddetti minori, vanno difesi e tutelati. Peraltro costruire la struttura proposta permetterebbe di favorire l’aggregazione sociale e l’appetibilità della città, perchè creerebbe un’ulteriore occasione di praticare un’attività.
Baldoni ha parlato di un odg da condividere nello spirito, perchè contribuisce a migliorare la vivibilità e vitalità del territorio. Pertanto, tenuto conto del momento difficile e della presenza di ben altre priorità di intervento in città, il consigliere di FI ha invitato Bori a modificare il dispositivo, sostituendo al termine “prevedere la costruzione di uno skatepark”, la parola “favorire”. Secondo Corrado l’odg conserva un certo margine di ambiguità. “Ben venga la ricerca di sponsor per far realizzare la struttura interamente a spese del privato, ma nel dispositivo non si capisce quale dovrà essere il contributo dell’Amministrazione Comunale nell’intero progetto. Io temo che il Comune, così stando le cose, dovrà presumibilmente tirare fuori i fondi. E questo, in un momento di crisi, non è condivisibile”.