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28
Ott

MENO TASSE UNIVERSITARIE: Udu, Liberamente e Studenti di Assisi presentano le firme e aprono uno spiraglio

raccolta-firme-tasseSperanza c’è. Niente di più per ora, ma un buon passo avanti per gli studenti (e relative famiglie) che hanno dovuto adeguarsi a un aumento delle tasse universitarie rispetto all’anno scorso fino al 100%. La speranza di poter tornare indietro, di salvare qualche soldo dalla seconda e dalla terza rata (la prima andava pagata entro il 20 ottobre). Ieri, per la prima volta, il Senato accademico ha aperto un’opportunità di discussione. Nessun parere di merito, ancora: «Sulla rimodulazione la Commissione Tasse si dovrà riunire entro dicembre».

UN PASSO avanti. Per quei 4450 studenti (su circa 30mila iscritti) che per dire `no’ all’incremento della spesa universitaria hanno firmato una petizione. Sottoscrizioni che ieri mattina l’Udu-Sinistra universitaria, organizzatrice della raccolta insieme a Liberamente e Studenti di Assisi, ha steso come «la retta via» all’entrata del rettorato, per poi portarle all’assemblea del Senato che si stava svolgendo all’interno. Ad attenderli c’era infatti un documento unitario dei tre senatori degli studenti: Udu, Alleanza universitaria e Student’s office. I giovani si sono appellati al fatto che «i primi dati delle iscrizioni 2009-10 sono meno foschi di quanto previsto. E che, essendo la classifica che ha punito Perugia in via di revisione, si attendono nuovi fondi», ha spiegato Stefano Di Massa dell’Udu. Per questo chiedono al Rettore un atto politico, «perché forse, per ripianare l’ammanco sulla previsione triennale (circa 4 milioni) l’aumento potrebbe rivelarsi non strettamente necessario. E senza attentare al bilancio si potrebbero rivedere almeno le quote delle fasce intermedie, le più colpite», ha chiarito il coordinatore Udu Leonardo Esposito, entrato con la delegazione. Non si sono opposti i presidi, ormai al limite dello scoramento di fronte ai tagli governativi. Nello stesso Senato infatti si è dato l’ok agli assegni di ricerca finanziati dallo Stato: una trentina. Meglio della prudente quota «zero» del bilancio di previsione. Ma molto peggio degli oltre 100 del 2008. L’ateneo non ha abbastanza riserve per cofinziarne altri. E di certo ci sono in più solo quelli stanziati dalla fondazione Cassa di risparmio: in tutto 950mila euro. Per altri supporti alla ricerca si concorre a bandi occasionali o di privati. Sul rischio di una deriva privatistica («già in atto») chiedono di riflettere i ragazzi dell’Onda Perugia, movimento che ieri si è unito alla delegazione Udu ricordando le proteste dello scorso autunno.

Come allora ribadiscono: «Noi la crisi non la paghiamo». Ma dalla terrazza di via Faina una scritta, ieri, recitava: «Noi la crisi l’abbiamo già pagata – Udu».