La legalità riparte dagli universitari
Stretta dell’Ateneo su affitti in nero, caro affitti, evasione fiscale, fondi e contributi
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In un periodo come questo, in cui tutto è in vendita: sono sul mercato anche quelli che si chiamano tra di loro Onorevoli, la legalità passa in secondo piano. Come si sa il nostro bel paese è celebre nel mondo per il caratteristico sistema di esplicite irregolarità e risaputo sommerso a tutti i livelli. Per normalizzare la situazione e combattere il tramandarsi di queste pratiche non sembra esserci altra strada che una civile rivoluzione culturale. Una vera e propria inversione di tendenza e cambio dei costumi. L’antidoto contro l’illecito c’è: sono le nuove generazioni. Ma per riuscirci ognuno deve fare la propria parte. Non bastano le iniziative ed i seminari, che sono comunque utili e necessari. Servono soprattutto azioni concrete ed esemplari. In questa direzione vanno le recenti scelte universitarie che hanno importanti ricadute sulla nostra città .
É noto che uno dei simboli di Perugia, se non il primo, sono le sue università ed i suoi poli culturali. La loro densità rispetto alla dimensione della città e della regione che le ospitano saltano subito agli occhi, solo gli umbri ed i perugini le danno per scontate.
Ma l’Università degli Studi, attraverso i suoi 700 anni di vita, ha contribuito a sprovincializzare, arricchire e far crescere Perugia, l’Umbria e tutta la nazione. Quindi da dove, se non dall’Ateneo, può partire una formativa battaglia per la legalità e la correttezza? La civiltà di un popolo si vede soprattutto dalle piccole cose, che sono poi le più visibili, vicine e frequenti.
Su questo campo l’amministrazione universitaria e dell’agenzia per il diritto allo studio si stanno muovendo nel giusto senso di marcia e con un passo adeguato. È, perciò, opportuno rendere note e dare pubblicità alle buone pratiche messe in campo nell’ultimo periodo, anche perché siano di stimolo per le altre istituzioni.
Negli ultimi Consigli di Amministrazione abbiamo lavorato su tre temi cardine. Il primo è l’elusione e l’evasione fiscale. Il secondo è il mercato nero degli affitti, gli alloggi abusivi e il caro-affitti. Il terzo è la destinazione dei contributi e dei fondi.
Prima di tutto è stato siglato un accordo congiunto tra l’Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario dell’Umbria, l’Università degli Studi e la Guardia di Finanza per un controllo incrociato sulle dichiarazioni ISEE non veritiere, che portavano ad un illegittimo pagamento ridotto delle tasse universitarie e dunque all’elusione fiscale. O addirittura per individuare chi era solito versare solamente la prima rata delle tasse universitarie, così da potersi iscrivere e sostenere gli esami, mentre evadeva totalmente le altre rate.
In secondo luogo si sta portando avanti una lotta al mercato nero degli affitti, agli alloggi abusivi e al caro-affitti tramite campagne di informazione e sensibilizzazione sul fenomeno e sul valore della legalità diffusa. Ma questo non basta. Si stanno effettuando controlli strutturati tra i domicili degli iscritti, le dichiarazioni degli affitti e le caratteristiche delle case. Oltre che l’adesione al servizio ADISU del “CercAlloggio – Facile, Etico e Sicuro†che mette in contatto i proprietari di casa e chi vuole affittare una casa tramite internet o gli uffici ADISU.
Un grande cambiamento è stato realizzato nella gestione dei contributi e dei fondi alle associazioni studentesche universitarie. Per legge da sempre l’ateneo stanzia una percentuale di fondi alle associazioni studentesche per attività culturali e sociali. Potremmo discutere a lungo sulla qualità , la quantità , la fattibilità e la tipologia dei progetti che sono stati realizzati gli scorsi anni. Suscitano molti e forti dubbi anche a me e sicuramente alimenteremmo un acceso dibattito: soprattutto per la quantità ingente, forse sproporzionata, di soldi che sono stati incamerati da alcuni soggetti nel passato.
Ma in questo periodo di difficoltà per l’Università , soprattutto economica, non è più possibile anche solo a livello etico consentire una gestione così permissiva di fondi che potevano essere utilizzati per servizi diretti agli studenti o progetti utili realizzati direttamente da loro, come borse di studio, contributi per l’abbassamento delle tasse, collaborazioni e stage retribuiti.
Era necessario invertire la rotta rispetto al passato e qeust’anno, per la prima volta nella storia del nostro ateneo, i progetti presentanti non sono stati selezionati con criteri arbitrari e criptici, per poi essere finanziati a pioggia. Ma il bando, i requisiti per partecipare e la griglia con i criteri di selezione sono stati resi pubblici in anticipo, in modo da permettere a tutti di presentare le proprie idee, di sapere come sarebbero state valutate ed, in caso positivo, finanziate.
Non ci siamo fermati a questo, che è già molto. È stata anche predisposta una commissione mista di studenti e professori che ha valutato in maniera rigida e con precisi parametri ogni domanda presentata, dando ad ognuna un valore numerico e classificandola dalla più interessante alla meno utile alla popolazione studentesca. Grazie a questo schema si è potuto per la prima volta finanziare in maniera oggettiva e non soggettiva, dunque anche bilanciata ed equa, i vari progetti delle associazioni studentesche, dei gruppi informali o dei singoli studenti.
Questo è solo un piccolo assaggio di ciò che si può fare, di ciò che ogni giorno proviamo a fare. Convinto come sono che ci sia sempre qualcosa da fare per ottenere un miglioramento. Che non vada conservato l’attuale, difeso lo status quo, ma che l’università pubblica vada riformata, cambiata e non rottamata come sta facendo questo governo. Sul sapere, la formazione e la ricerca va fatto un solido investimento, non solo slogan e propaganda. Perché sono l’ancora di salvezza del nostro paese, della nostra regione, della nostra città : non a caso la legalità riparte proprio dagli universitari.