“Impariamo mangiando” ecco la voce dei genitori sulle Mense
In questi mesi di lavoro sul tema delle Mense e del settore Servizi all’Infanzia ho conosciuto tanti genitori, persone preparate e capaci che con forza e determinanzione hanno portato avanti le loro idee. Senza mai andare sopra le righe o alzare i toni, al contrario di certi esponenti di questa Giunta.
Per questo oggi ospito volentieri la loro voce:
“Si parla di mense, ma la nostra visione non si limita a questo.
La reale portata della vicenda si riflette sul tipo di scuola che vogliamo dare ai nostri figli, perché questa scelta politica dissennata (che lo stesso Sindaco nel 2011, quando era all’opposizione, definiva “sconcertante”) dell’Amministrazione di cancellare un modello virtuoso che ha retto per oltre 25 anni escludendo i genitori dalla partecipazione, segna un passo da gigante verso lo smantellamento della scuola pubblica.
Smantellamento che è determinato:
- dall’annullamento di contributi e/o finanziamenti da parte del Comune alle attività didattiche, come sarà dal prossimo anno;
- dall’annullamento della partecipazione dei genitori nella gestione degli acquisti delle derrate, che invece hanno sempre condotto in modo virtuoso, reinvestendo i risparmi accumulati nella scuola.
Quella del Comune è una scelta che dà il massimo risultato burocratico col minimo sforzo operativo.
Chi aiuterà la scuola se noi genitori veniamo fatti fuori dalla partecipazione?
Le soluzioni alternative per proseguire questo modello di esperienza virtuosa durato oltre 25 anni, ci sono, sono sostenibili, e ci siamo consultati in merito anche con studiosi della materia, suscitando l’interessamento da parte di laboratori sulla sussidiarietà che sono interessati a studiare e a divulgare il nostro modello.
Siamo aperti a soluzioni alternative alla volontà del Comune, purchè sia mantenuto, seppure con forma diversa, l’attuale sistema virtuoso che consenta ai genitori di acquistare e di reinvestire nella scuola il risparmio.
Rammentiamo che la IV^ Commissione Consiliare Permanente ha deliberato la costituzione di una Commissione Paritetica che si occupi di studiare, in modo partecipato con i genitori, le alternative all’esternalizzazione per consentire che sia mantenuto un modello virtuoso di organizzazione e di gestione del servizio.
La Giunta non potrà procedere se prima non verrà instaurata la Commissione paritetica.
Impugneremo dinanzi al TAR eventuali provvedimenti che non tengano conto di ciò.
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Criticità:
- MENSE SCOLASTICHE: grazie alla partecipazione attiva dei genitori oggi è un sistema virtuoso, garantisce qualità a monte e controllo totale, perché abbiamo il potere di verificare e di cambiare in tempo reale ciò che non va.
Nel progetto del Comune tutto questo sarà cancellato.
Voi di chi vi fidereste di più: delle scelte pensate, ragionate, ricercate da parte di mamme e papà scrupolosi che volontariamente e gratis si offrono di fare questo perché hanno i loro figli che ci mangiano, oppure delle scelte dei colossi della ristorazione che hanno come unico scopo il guadagno?
Perché il guadagno per loro si ricava dal fatto che gli viene corrisposto un tot per le derrate, ma se spendono meno per gli acquisti il resto non lo devono reinvestire, bensì se lo intascano come ricavo. - ALTRE IMPLICAZIONI: i genitori sono stati così bravi nella gestione delle spese, e non così spendaccioni come si scrive falsamente nella tristemente nota Relazione della Commissione per la revisione della spesa comunale (nemmeno supportata da un documento di analisi dei costi), da aver sempre garantito un risparmio di gestione che per Statuto e per Convenzione va reinvestito nella scuola, per finanziare progetti didattici e l’acquisto dei materiali.
Dal prossimo anno tutto questo non ci sarà più, perché politicamente si sta operando questa scelta e l’Amministrazione è sorda e presa da altro.
In tutto ciò, i genitori, in un momento di crisi come questo, vengono lasciati soli dal Comune e dal Sindaco e saranno costretti a spendere almeno quattro volte tanto quello che già spendono oggi.
Si perderà la trasparenza.
Oggi noi genitori agiamo in totale trasparenza e siamo obbligati a resocontare su ogni
centesimo che spendiamo.
Domani tutto questo non ci sarà più, perché sono anni che chiediamo trasparenza su San Sisto, dove gli acquisti li fa il raggruppamento che ha vinto l’appalto, e questa trasparenza ce l’hanno negata anche nella Commissione Consiliare di mercoledì 1°/7 u.s.
Che fine fanno i soldi dei genitori di San Sisto risparmiati con l’acquisto delle derrate?
Si guardi il caso di Bologna: Camst ed Elior, già presenti sul territorio perugino e soci privati della società SERIBO partecipata dal Comune di Bologna che ha fino ad ora gestito le mense del Comune, si rifiutano di destinare gli utili 2014, che ammontano ad € 1.529.510,00, alla realizzazione degli investimenti promessi. A fronte di qualità scadente perché i genitori si lamentano a viva forza.
Massima solidarietà ai genitori di Bologna, perché se il Sindaco e il Comune proseguiranno nel progetto squilibrato di toglierci gli acquisti, ci ritroveremo nella stessa condizione.
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In un colpo solo verranno cancellati la partecipazione attiva dei genitori, la qualità del cibo, il sostegno alle attività didattiche e la trasparenza, in quanto il risparmio dei genitori diventerà il guadagno dei colossi della ristorazione, sulla pelle dei bambini che mangeranno peggio e non faranno più le attività didattiche di oggi.
Numerose sono le INCONGRUENZE, con ordine:
1) dai provvedimenti di Giunta (vedi quello della Giunta Boccali), dalle determine dirigenziali e da tutti i documenti del servizio, risulta che siamo esempio di modello virtuoso;
2) nel 2011 il Sindaco Romizi, quando era consigliere di opposizione insieme al consigliere Castori, era contrarissimo all’esternalizzazione definita “sconcertante” ed antieconomica. Dalla rassegna stampa dell’epoca, emergono le loro dichiarazioni: si chiedevano ironicamente se “è questa l’idea di democrazia che è nella mente dei nostri amministratori?”, e ricordando come gli esponenti di centro-destra in consiglio comunale abbiano sempre manifestato una totale contrarietà: “La giunta è stata sorda alle raccomandazioni presentate dal consiglio comunale, agli appelli lanciati dai genitori dei bambini ed alle forti perplessità manifestate dai sindacati, senza contare le ricadute occupazionali e i livelli di qualità che tale piano subirà da qui in avanti”. Pronti a fare barricate per far recedere la maggioranza sull’ipotesi dell’esternalizzazione delle mense, dichiaravano “Vengano in consiglio comunale -conclude la nota dei due consiglieri- a vedere se hanno la fiducia su questa decisione, e poi ne traggano le dovute conseguenze”.
3) oggi non si capisce perché vogliano cambiare quel sistema che lo stesso Sindaco difendeva nel 2011 perché virtuoso. È un’amministrazione che sta agendo in modo dissociato.
L’Assessore Waguè, che da dicembre va sbandierando in ogni sede il risparmio di 200-250.000,00 euro, che a P.S. Giovanni l’11/6 ha affermato, per poi ribadirlo anche alla sagra di Mugnano, di voler devolvere all’edilizia scolastica, mercoledì di questa settimana, dinanzi alla IV^ Commissione consiliare di mercoledì, ha nuovamente cambiato le carte in tavola ed ha dichiarato, è stato fatto mettere a verbale, che non è questa la ragione della scelta.
I genitori non possono fare gli acquisti, punto e basta.
Inoltre, si farebbe forte di un parere negativo dell’Avvocatura comunale reso in merito alla nostra proposta. Uscito dalla sala, i dirigenti hanno tenuto a precisare, ed è stato fatto mettere a verbale, di non aver mai detto che siamo né illegittimi né illegali ed hanno seccamente smentito che l’Avvocatura abbia mai espresso alcun parere.
Ma allora ci chiediamo, quale è il problema? A chi dovrebbe avvantaggiare e a chi fa comodo questa scelta di farci fuori dalla partecipazione e dalle mense scolastiche? E sulle spalle di chi?
Come già detto, siamo pronti ad impugnare dinanzi al TAR eventuali provvedimenti.
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Caro Sindaco,
faccia la sua scelta politica.
Decida se vuole salvare o cancellare un modello virtuoso di partecipazione attiva e responsabile
durato oltre 25 anni e restare o meno vicino ad oltre 7.000 genitori.
Perché le soluzioni ci sono e sono tutte legittime e percorribili.“