Il Fatto Quotidiano, why not?!?
L’appuntamento per la riunione di redazione è oggi alle 11. Nascerà in quella stanza, al terzo piano di un edificio nel quartiere Prati, a Roma, il primo numero del Fatto Quotidiano, il nuovo giornale diretto da Antonio Padellaro che sarà in edicola domani. Insieme all’ex direttore dell’Unità , firme note (Furio Colombo, Marco Travaglio, Peter Gomez, Luca Telese) e una pattuglia di giovani cronisti, impegnati a sfornare per sei giorni a settimana (escluso il lunedì) le 16 pagine che costituiscono il Fatto.
“Perché un giornale nuovo proprio ora, con il settore editoriale in crisi e la stampa sotto assedio? Così – racconta Padellaro – ci hanno chiesto molti colleghi, italiani e stranieri. Rispondiamo che proprio per questo serve una reazione civile dei giornalisti”. “Picchieremo là dove merita picchiare – spiega Travaglio – ed è ovvio che ci concentreremo su Berlusconi”. Ma la redazione ci tiene a specificare che non sarà un quotidiano “filo-opposizione”. “La linea al giornale la darà la Costituzione”, afferma il direttore. Che rivendica come il suo nuovo giornale rinunci in toto ai finanziamenti pubblici: “Solo così possiamo dirci veramente liberi”.
Un lancio preparato d’estate, usando internet e una serie di incontri in giro per l’Italia. I risultati, alla vigilia della prima, sono positivi. La direzione racconta di 27 mila abbonamenti già sottoscritti, due terzi dei quali con la formula che permette di leggere il giornale on-line già a mezzanotte. Per contenere i costi, il Fatto non verrà distribuito in tutte le oltre 30 mila edicola della penisola ma solo nei grandi centri. L’occhio ai conti è molto attento: “L’equilibrio economico è fondamentale – spiega Giorgio Poidomani, amministratore delegato, già Unità – per avere un’azienda sana. Soprattutto dopo la rinuncia ai fondi pubblici. Sarà un esperimento a metà tra la società di capitali e la cooperativa di giornalisti”. Questi ultimi, grazie ad alcune norme statutarie ad hoc, potranno intervenire sulle scelte principali come la nomina del direttore. Tra gli azionisti, anche Lorenzo Fazio, proprietario della casa editrice Chiarelettere. Discreta sarebbe la risposta degli inserzionisti pubblicitari. Break even fissato a 10-15 mila copie vendute in edicola. Le inchieste per il primo numero sono già confezionate. Insieme agli approfondimenti ci sarà spazio anche per spettacoli e cultura. E una pagina al giorno su internet e i nuovi media, con l’obiettivo di attrarre giovani lettori.