Ecco cosa ha scritto la Corte dei Conti al Sindaco Romizi
Prima di entrare nel merito vorremmo porre una questione di forma: il Sindaco, l’Assessore e i Dirigenti sono stati convocati di fronte alla Corte dei Conti e hanno detto cose non corrispondenti alla verità, tanto da costringere la giustizia contabile a riprenderli più volte nella relazione scritta, sottolineando come ciò che hanno detto e scritto era scorretto o falso, come rispostato negli screen in allegato.
Entrando nel merito: Romizi si è candidato a Sindaco dopo 10 anni consecutivi di Consiglio Comunale e dopo aver votato, dunque ci auguriamo anche letto, decine e decine di bilanci del Comune di Perugia. Lo ha fatto con un programma elettorale che prevedeva la riduzione di tutte le tasse locali del 10% e l’azzeramento di molte imposte e tributi comunali, il tutto assicurando che non avrebbe ridotto i servizi alla persona.
Inutile dire che di quello che è stato promesso non è stato fatto nulla. Si può imputare (come si sta cercando di fare da inizio mandato) la colpa a “chi c’era prima” ma prima c’era anche il Sindaco Romizi, insieme a molti dei consiglieri e degli assessori in carica, quindi dovevano conoscere bene la situazione dei conti pubblici al momento della stesura del loro programma elettorale, dato che hanno votato i bilanci. In questo passaggio mi piace richiamare le parole di questi giorni del Cardinale di Perugia e presidente della CEI, Gualtiero Bassetti, che ha dichiarato “non si può comunque scordare quanto rimanga immorale lanciare promesse che già si sa di non riuscire a mantenere”.
Per concludere la riflessione è la stessa Corte dei Conti, organo istituzionale e super partes, ad evidenziare come le tesi del Sindaco e della Giunta, puntualmente propagandate ovunque dai suoi difensori d’ufficio intenti in una quotidiana arrampicata sugli specchi, siano frutto o dell’ignoranza o della mala fede: nei passaggi sottolineati la Corte mette nero su bianco il fatto che l’anticipo di cassa è stato utilizzato impropriamente eludendo la legge e creando nuovi debiti, senza contare che i finanziamenti non venivano mai restituiti in maniera puntuale e che gli interessi passivi, cioè i soldi bruciati, sono passati da 4 mila euro nel 2014 a 3 milioni di euro nel triennio 2015-2017.
Sempre la Corte dei Conti sconfessa il fatto che l’attuale situazione dipenda dal fondo dei trasporti, come spesso sostenuto da Sindaco, Giunta e pasdaran di centro-destra, né tanto meno dal disavanzo tecnico trovato dall’attuale amministrazione il cui ripianamento è stato spalmato in 28 anni per cifre irrisorie rispetto alla totalità del bilancio del Comune di Perugia.
È bene ricordare è la prima volta nella storia che l’amministrazione comunale viene raggiunta da una delibera della Corte dei Conti che gli intima di modificare il proprio bilancio per le criticità che riporta: infatti, come scritto nella relazione, la giustizia contabile ha rilevato che sono state messe a bilancio in maniera reiterata cifre per entrate previste e mai incassate, ma che venivano contemporaneamente spese creando uscite non coperte e nuovo indebitamento. Il Sindaco Romizi e la sua Giunta continuano a vivere alla giornata senza progettare il futuro della città: si continua ad amministrare senza governare Perugia mentre i problemi nuovi si accumulano e i vecchi si acuiscono.
Per chi volesse consultare il testo integrale può scaricarlo da QUI.