Contrasto alle false cooperative che inquinano la nostra economia e danneggiano il mondo della cooperazione pulita
Questo pomeriggio nella Commissione competente sono stati trattati due gli ordini del giorno sul contrasto alle false cooperative: il primo sulla promozione delle legge di iniziativa popolare contro le coop spurie e il secondo riguarda i possibili interventi del Comune di Perugia nel territorio cittadino per contrastare tale fenomeno.
I consiglieri comunali del gruppo del Partito Democratico hanno, inoltre, partecipato alla raccolta firme e autenticato le stesse.
Saranno presenti in audizione i rappresentanti di Lega Coop e Confcooperative come promotori della legge e fondatori dell’Alleanza delle Cooperative Italiane.
Infatti le false cooperative inquinano la nostra economia e danneggiano chi, correttamente, lavora portando avanti i valori della cooperazione in maniera pulita.
In Italia, i settori maggiormente interessati dal fenomeno delle coop spurie sono quelli della lavorazione delle carni, dell’agroalimentare, delle costruzioni edili ed infrastrutture, della logistica e del facchinaggio, dei noleggi, dell’autotrasporto e dell’attività di assistenza sociale. Il 6 maggio 2 015 è iniziata la campagna “Stop False cooperative. Le imprese cooperative per un’economia pulita” promossa dall’Alleanza delle Cooperative italiane (Agci, Confcooperative e Legacoop), diretta alla raccolta, entro il 6 novembre 2015, delle 50.000 firme necessarie a presentare in Parlamento il progetto di Legge di iniziativa popolare in materia di contrasto alle false cooperative, in nome di una maggiore correttezza e trasparenza in un settore chiave per lo sviluppo del paese.
Per questo motivo abbiamo chiesto che il Comune si impegni per agevolare la sottoscrizione da parte di cittadini che intendano farlo, ad accogliere i moduli per la raccolta firme, forniti dai promotori, presso il proprio sportello comunale del Protocollo al pari di altre iniziative referendarie istituzionali tradizionali o leggi di iniziativa popolare.
Il 62,6% del totale delle cooperative è governato da un Amministratore Unico e non da un organo collegiale; il 22% non rispetta la normativa regolare del deposito dei bilanci presso la Camera di Commercio, contando sulla scarsa applicazione delle sanzioni pur previste, sottraendosi in questo modo al controllo di attività e regolarità; l’89% delle cooperative campione non è sottoposto a revisione dei bilanci presso una Centrale cooperativa riconosciuta. Il tutto comporta inoltre rischi di malaffare e inquinamento malavitoso, oltre che di sleale concorrenza con le imprese cosiddette “pulite”. Per questo ho anche chiesto un impegno da parte di Sindaco e Giunta per portare avanti una serie di interventi, quali ad esempio la previsione di un accordo con l’Albo dei Revisori per una convenzione che estenda la revisione a tutte le cooperative o l’applicazione di maggiori e più efficaci visite ispettive in coordinamento con ispettorato del lavoro, ASL e INAIL.