Borse di Studio: in Umbria non ci siano idonei non beneficiari
Da quasi dieci anni le risorse che il Governo assegna alla copertura di borse di studio, collegi e mense risultano del tutto insufficienti. A fronte di spese in costante rialzo, le famiglie italiane stanno sempre più frequentemente rinunciando al proseguimento degli studi per i propri figli. Un fenomeno che rappresenta un’ingiustizia sociale diffusa, trasformando l’iscrizione all’università in una possibilità destinata ai soli ceti benestanti. Ma è anche un grave passo indietro per la competitività complessiva del sistema Paese, in coda alle graduatorie europee sull’alta formazione.
In Umbria l’ultimo stanziamento governativo era di soli 2,8 milioni di euro. Se si fosse fatto affidamento solo su questo trasferimento la stragrande maggioranza degli studenti iscritti nelle università di Perugia non avrebbe avuto alcuna borsa di studio. O meglio, in tantissimi ne avrebbero avuto diritto sulla carta – entrando formalmente in graduatoria – senza però ricevere nei fatti nulla per mancanza di fondi. Si tratta dei cosiddetti idonei e non beneficiari.
L’Umbria ha sempre evitato che nei propri atenei vi fossero studenti idonei non beneficiari, distinguendosi in Italia per l’importante investimento fatto nelle politiche per il diritto allo studio. La Regione ha infatti dimostrato negli anni una grande attenzione rispetto ai finanziamenti delle borse di studio, dei collegi e delle mense universitarie, garantendone la copertura con consistenti stanziamenti aggiuntivi di fondi propri. Questi hanno addirittura doppiato quelli del Governo, arrivando a circa 5 milioni di euro. Nel passato questa linea politica ha permesso a tutti gli aventi diritto alla borsa di studio di essere automaticamente beneficiari. Il che non solo rappresenta la giusta applicazione del diritto costituzionale allo studio per “i capaci e meritevoli, privi di mezziâ€, ma rende gli Atenei perugini più appetibili rispetto alle altre università , favorendo così l’arrivo dei fuori sede.
Ad oggi neppure questo basta più. Visti i continui tagli ai fondi per il diritto allo studio ultimamente nemmeno le risorse aggiuntive stanziate dalla Regione Umbria sono riuscite a coprire tutte le borse di studio e si è visto per la prima volta anche nelle nostre università il fenomeno degli idonei non beneficiari. Quest’anno però è possibile invertire la tendenza. Visto l’ampio calo delle iscrizioni che è stato registrato negli ultimi anni – complice la crisi che si è trasferita sul bilancio delle famiglie e sulla pelle dei giovani – anche i richiedenti della borsa di studio sono sensibilmente diminuiti. Per l’anno appena iniziato si è toccato il minimo storico di richieste per le borse di studio, arrivando intorno ai 5mila studenti, di cui poi 3.598 idonei. È evidente a tutti che questo è sintomo di una serie di forti criticità . Sia per le famiglie che non possono più permettersi di mantenere i propri figli agli studi, sia per i giovani che non sono più liberi di scegliere il proprio futuro serenamente, sia per il nostro territorio in cui la presenza di una grande popolazione studentesca sono stati garanzia di vitalità e opportunità di sviluppo sociale, culturale ed economico.
Ma almeno, come dicevo, quest’anno è possibile invertire la tendenza. Possiamo trasformare il dato negativo del vistoso calo degli iscritti e dei richiedenti di borsa di studio in un’occasione per lanciare un segnale chiaro, forte e, soprattutto, controcorrente. La Regione Umbria può dare l’esempio in Italia e lanciare a tutti un messaggio di speranza. È possibile riuscire a coprire il 100 per cento di borse, collegi e mense universitarie e permettere ai tanti giovani che hanno capacità , talento e meritano un sostegno agli studi di poter studiare liberamente e diventare cittadini migliori, anche se il loro bilancio familiare non glielo consentirebbe. Non si tratta di risorse sprecate, ma un investimento sicuro sul domani.
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La lettera pubblicata sul Corriere dell’Umbria:
Borse Di Studio, In Umbria Non Ci Siano Idonei Non Beneficiari